Un appello all’Unesco per salvare il centro storico di Napoli

Le Assise di Napoli e del Mezzogiorno lanciano un appello all’Unesco per la salvezza del centro storico cittadino. “È paradossale che proprio una città così profondamente devastata dall’incuria delle amministrazioni, che si sono succedute negli ultimi decenni, sia stata scelta come sede della Conferenza internazionale Unesco, organismo che ha finanziato con 90 milioni di euro opere di riqualificazione, mai realizzate, per la conservazione e la valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale e artistico della città”.
La denuncia è chiara: tra crolli di massi e calcinacci di castelli, teatri, palazzi ed edifici di culto, invasi da dehors, pannelli pubblicitari e tavolini selvaggi di pizzerie, friggitorie e altre attività commerciali abusive, tra monumenti imbrattati dalla vernice e rifiuti abbandonati ovunque, il centro storico di Napoli, dal 1995 dichiarato Patrimonio dell’Unesco, muore lentamente.
“In queste strade si è sviluppata una cultura unica al mondo: questa la frase incisa sulla targa di marmo scoperta a Piazza del Gesù per ricordare le motivazioni del riconoscimento del Centro storico di Napoli come Patrimonio dell’Umanità – continuano gli esponenti delle Assise di Napoli – Ma la gravissima situazione in cui versa il centro storico di Napoli, i continui crolli, in particolare nelle aree adiacenti alle Piazze Municipio e del Plebiscito, della continua trasformazione di luoghi così intrisi di cultura in strutture ricettive e di ristorazione, fa risuonare le motivazioni incise sulla targa dell’Unesco come una beffa, che si aggiunge al danno, piuttosto che come un riconoscimento, che è invero allo stesso tempo un obbligo per le istituzioni locali di tutela e valorizzazione”.
Da qui l’appello: “Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia invitiamo i rappresentanti dell’Unesco a verificare di persona le attuali condizioni del centro storico della città, con particolare riguardo sia alla staticità degli edifici e all’indagine sulle cause dei continui crolli, sia all’identità offesa dal proliferare disordinato di attività commerciali e ad intervenire per pretendere interventi urgenti da parte delle istituzioni locali e nazionali responsabili del patrimonio culturale”.