Tredici appuntamenti per scoprire tredici storie sommerse, poco conosciute e spesso ignorate da una narrazione solitamente declinata al maschile. Storie di donne che attraversano il mare, quel mare che a volte le sommerge e che a volte riesce a salvarle. Prende il via domani, 22 ottobre, alle ore 18.30, dalla pagina Facebook dell’associazione culturale il NaufragarMèDolce (e condiviso anche su quella di Fondazione PangeaOnlus) il primo di una serie di incontri virtuali sulle tracce dello spettacolo teatrale “Sommerse e salvate” della compagnia romana IlNaufragarMèDolce, nato nell’ambito del progetto “E-sister-e for Peace: la sorellanza senza frontiere” promosso da Fondazione Pangea Onlus per dare voce e corpo alle storie di tante donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo, provenienti da zone di guerra e vittime di varie forme di violenza. Il progetto EsisterE for peace, finanziato dal Piano d’Azione Nazionale Donne Pace e Sicurezza 2016-2019 del CIDU – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha realizzato una mappatura sulla condizione delle rifugiate e richiedenti asilo negli Sprar in Toscana e un osservatorio sui discorsi dell’odio rivolti alle donne migranti.
Ogni puntata ad accompagnarci in questo viaggio avremo un ospite diverso mentre in studio con noi ci saranno Chiara Casarico e Tiziana Scrocca de il NaufragarMèDolce, autrici e attrici dello spettacolo. Domani in studio sarà con noi Simona Lanzoni, vicepresidente di Fondazione Pangea Onlus.
“Ascoltando queste storie – spiegano Chiara Casarico e Tiziana Scrocca – abbiamo la sensazione precisa di una umanità che attraversa l’inumano, che è stata resa oggetto, burattino, marionetta. Fili, tenuti da mani invisibili, muovono le storie di queste donne che non hanno nessuna libertà di scegliere la propria vita. Solo la fuga sembra l’unica possibilità di recidere quei fili, ma spesso – anche giunte qui – queste donne sono ancora mosse, manovrate e ancora percepite come oggetto”. “Le loro storie ci insegnano che non basta il coraggio – dichiara invece Simona Lanzoni – bisogna incontrarsi, riconoscersi e lottare insieme. L’obiettivo è quello di mettere l’accento sulla pace, la guerra e la condizione del genere femminile e le sue ineguaglianze e violenze, sui diritti negati delle donne e, allo stesso tempo, rivelare l’importanza dei percorsi di solidarietà, di presa di coscienza e di sorellanza” .