Un cambio d’aula legato al malfunzionamento dell’impianto di aria condizionata. Un frangente in cui però potrebbe essere capitato di tutto: durante il passaggio da un luogo all’altro gli esaminandi avrebbero potuto portare con sé dispositivi capaci di connettersi a internet o addirittura potevano essere sostituiti.
Lo rende noto lo studio legale Leone – Fell, specializzato a livello nazionale in class action proprio per tutelare gli esaminandi dei test d’ammissione all’Università per Medicina e Odontoiatria. In queste ore gli avvocati stanno seguendo il caso sopracitato, avvenuto a Catania, e hanno diffuso la testimonianza di uno dei candidati (che preferisce però restare anonimo):
“Ho provato i Test d’accesso per Medicina a Catania – racconta uno dei candidati che preferisce restare anonimo – e dopo i controlli di rito siamo stati accompagnati in un padiglione. Qualche minuto dopo, visto che l’aria condizionata non funzionava, ci hanno fatto spostare in un altro padiglione, passando dall’esterno dell’edificio, dove c’era tantissima gente, tra cui i nostri amici e parenti. Siamo entrati nel nuovo plesso e siamo passati nuovamente dai metal detector che suonavano, ma nessuno ha controllato che non avessimo con noi cellulari, auricolari o altri dispositivi, né hanno verificato la nostra identità. In quel frangente potrebbe essere successo di tutto, persino che qualcuno sia entrato al posto di qualcun altro! Ho chiesto che venisse messo a verbale e non me l’hanno consentito, deridendomi. Ho fatto chiamare persino il presidente di commissione e anche lui si è rifiutato di far mettere a verbale l’accaduto”
La replica dell’Università: tutto regolare
In una nota l’Università di Catania rigetta ogni accusa. La replica dell’Ateneo è la seguente:
«Nel padiglione C2, sett. V, del complesso fieristico Le Ciminiere di Catania, a seguito del mancato funzionamento dei condizionatori – è la ricostruzione dell’Ateneo – il presidente della Commissione preso atto delle continue lamentele dei candidati ha autorizzato lo spostamento al primo piano del padiglione F1, adeguatamente condizionato. Ciò – si precisa dall’università – al fine di evitare malori dovuti all’eccessiva temperatura e tutelare la parità di trattamento tra i candidati. A piccoli gruppi sono stati trasferiti nel padiglione F1, utilizzando esclusivamente le vie interne del complesso sotto l’attento e diretto controllo della commissione d’aula e del personale di vigilanza che ha accompagnato i candidati con compiti di sorveglianza. Al percorso seguito durante il trasferimento era stato inibito l’ingresso dall’esterno, pertanto non è stato possibile alcun contatto tra candidati ed estranei. Si precisa che i candidati non sono rientrati in possesso dei loro effetti personali, che sono rimasti in custodia nel padiglione C2, dove erano stati identificati e controllati».
«La Commissione ha puntualmente riportato quanto accaduto nel verbale d’aula. L’ingresso dei candidati al padiglione F1 ha comportato il passaggio dai metal detector, che si “allarmavano” a causa degli indumenti ed oggetti consentiti, come cinture, orecchini, portafogli, dei candidati, del personale di vigilanza e dei membri della commissione d’aula».
Si replica quindi al candidato anonimo e allo studio legale. Si smentisce che si possano aver avuto contatti con l’esterno per gli esaminandi durante il trasferimento, e il tutto sarebbe a verbale. Si conferma però che i metal detector hanno suonato durante il passaggio.
Spetterà alla Giustizia fare chiarezza su cosa sia realmente accaduto e quali siano le eventuali responsabilità.
I “fogli per le brutte copie”
Secondo i legali questo sarebbe il caso più grave, ma come ogni anno i motivi di sospetto sono tanti e variegati e su tutto il territorio. Tra queste, l’utilizzo di fogli come brutte copie. “In alcune sedi – precisano gli avvocati – è stato vietato ai candidati di utilizzare più fogli per fare i calcoli. In pratica, era possibile utilizzare solo il foglio di “controllo” per rispondere alle domande di matematica, mentre in altre sedi è stato possibile utilizzare anche i fogli di domanda. Una disparità di trattamento anche piuttosto grave, in quanto vista la complessità dei quesiti, era praticamente impossibile risolverli utilizzando un solo foglio”.
L’analisi dei quesiti
Parecchi candidati hanno segnalato inesattezze anche nei quesiti erogati, in particolare quelli di logica. Tali quesiti saranno presto analizzati da un team di esperti che verificherà l’eventuale presenza di errori nel test.