A partire da oggi 31 marzo, ogni martedì e giovedì, alle 18, per tre settimane, sulla pagina Facebook Rogiosi Editore, saranno trasmesse in prima visione le puntate di “Male Capitale. La Misera Ricchezza del Clan dei Casalesi”, una produzione Giapeto Editore e Rogiosi Editore, da un’idea di Danilo Iervolino e Rosario Bianco. Protagonista delle sei puntate, della durata di 10 minuti ognuna, è il magistrato Catello Maresca. La prima puntata, in onda domani, martedì 31 marzo, introduce al progetto e avrà la voce narrante di Mirko Ciccariello. Le altre vedranno tutte la partecipazione in video e in voce di Catello Maresca, con un contributo in voce, nella quarta puntata, di Nicola Baldieri. Direttore esecutivo Oreste Ciccariello, coordinamento Mario Renza, segreteria di produzione Brunella Fiscone, montaggio Antonio Scarpato.
Un viaggio a puntate tra i capitoli di “Male Capitale. La Misera Ricchezza del Clan dei Casalesi”, scritto da Catello Maresca, con testi introduttivi di Franco Roberti e Sandro Ruotolo e con una riflessione conclusiva di Nicola Graziano. Un libro onirico e insieme lucido, didascalico, che rivela al pubblico segreti, rituali e filosofia dei più spietati clan della Camorra e delle operazioni giudiziarie, che li hanno condotti in carcere. Con l’esperienza del grande magistrato e la verve affabulatoria del grande narratore, Catello Maresca tratteggia per adulti e ragazzi una Campania dove nulla è come sembra: le parole scorrono lievi, tra perle di Labuan e cachemire, canarini e alligatori, e un clan dei Caponesi sospeso tra la cucina di casa e la Chicago degli anni ’30, mentre le immagini (molte delle quali inedite) di Nicola Baldieri tratteggiano un affresco crudo e a tratti surreale, in cui tetti d’amianto e rubinetti d’oro sono due facce della stessa medaglia; di quel sommo maleficio, cioè, che l’autore combatte sul campo da oltre quindici anni.
Dopo l’introduzione, inizia il viaggio con le puntate intitolate “Le armi, i soldi e le ville del clan dei Caponesi”, “I bunker: i buchi maledetti”, “Gli scheletri abbandonati e la terra violentata”, “Un messaggio di speranza”. E poi la conclusione.