Cura Italia, i tassisti non ci stanno

“Sono inaccettabili gli aiuti contenuti nel Decreto Cura Italia. Per gli operatori del settore taxi servono aiuti concreti a tutela della salute sia del passeggero sia dell’autista. I due milioni di euro previsti nel DL per l’acquisto delle paratie sono un’elemosina fatta senza dignità. La sicurezza degli operatori non è merce di scambio” così Angelo Sciacca, presidente del Sindacato Italiano Libero Trasporti (SILT) in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministeri di Trasporti, Salute, Sviluppo Economico. Una missiva indirizzata anche ai presidenti delle Regioni e ai prefetti per segnalare l’inadeguatezza delle misure adottate dal Governo nell’ultimo decreto. Il Silt chiede la proclamazione dello “Stato di crisi del comparto taxi e conseguenti misure a sostegno della categoria, a seguito dell’inadeguatezza delle misure adottate, considerati i costi del lavoro e l’azzeramento progressivo degli incassi”.

La rapida diffusione del Coronavirus e l’importanza dei tassisti in questo momento di grande emergenza, hanno spinto l’organizzazione sindacale a mettere in allerta il Governo nel prendere in seria considerazione la questione e dare dettami precisi. Lo stesso Conte, presidente del Consiglio dei Ministri, in un messaggio via Facebook ha spiegato l’importanza della categoria: “Grazie ai tassisti che in queste ore accompagnano gratuitamente i medici in ospedale”. Eppure le misure previste per aiutare la categoria sembrano inadeguate: “La tutela di tassisti e passeggeri deve essere una priorità – spiega Angelo Sciacca – nei veicoli non è mantenuta la distanza di sicurezza ed essendo l’abitacolo chiuso c’è un impatto psicologico forte. Le corse in Italia sono ridotte dell’80%. Il decreto ha stanziato per tassisti e noleggiatori due milioni ma non sono sufficienti, significa qualcosa come due euro e mezzo per veicolo. Inoltre la sanificazione dei veicoli deve essere a carico dei Comuni che devono garantire il servizio pubblico”.

“Nel caso un tassista si dovesse ammalare – continua Sciacca – si trasformerebbe in un veicolo di contagio. Inoltre non ci sono state date informazioni utili al fine di azzerare i rischi di contagio per gli operatori e utenti del servizio pubblico da piazza, che non consista in una sanificazione dei mezzi senza, tra l’altro, specificare con quale frequenza, prodotti e metodologie o nell’indossare mascherine idonee attualmente introvabili. I costi al momento sono insostenibili, visto il quasi azzeramento della domanda di servizio da parte dei cittadini e le disposizioni restrittive della mobilità dei cittadini. Eppure permane l’obbligo di svolgimento della prestazione lavorativa da parte dei tassisti, in quanto deputati a svolgere un pubblico servizio”.

Il Silt chiede un incontro urgente con le istituzioni per valutare le migliori misure di prevenzione, per eliminare i rischi di contagio da Coronavirus e mantenere costante svolgimento del servizio, ma anche a proporre più efficaci “misure di sostegno all’attività dei tassisti, considerati i costi del lavoro e il progressivo azzeramento degli incassi”. In particolare, le richieste per la categoria partono da una deroga al principio di obbligatorietà della prestazione per tutta la durata della pandemia, all’istituzione di idonei ammortizzatori sociali per il pagamento di stipendi, contributi e oneri relativi ai dipendenti delle cooperative radiotaxi che in questo stato di crisi a breve saranno costretti a cessare l’attività. Una categoria che anche in questo grande momento di emergenza per l’Italia sta dimostrando professionalità e cuore, come evidenziato dalle varie campagne di crowdfunding lanciate e sostenute per aiutare gli ospedali in difficoltà.