Da piccolo sui Quartieri lo chiamavano “birillone”, a causa di qualche chilo di troppo e i capelli rasati sempre a zero, più per avversione alle barberie che per altro. Da allora ne ha fatta di strada Gennaro Melillo, uno dei nomi emergenti della pizza napoletana. La sua è una storia come tante all’ombra del Vesuvio: i vicoli come scuola di vita, le opportunità (scarse) da afferrare con forza e coraggio, il lavoro cercato e trovato all’estero, il ritorno a casa. E lo sport come fil-rouge e metafora della tenacia che Gennaro ha messo in ogni momento della sua vita. Ma guai a parlargli di “riscatto sociale”: “Non sono il giovanotto che viene da un quartiere difficile e che è riuscito ad emergere, non amo questo storytelling. Oggi sono un giovane adulto che prova a fare impresa su un territorio complesso e provando a restituire a quel territorio qualcosa”.
Con l’apertura di OMG al numero 406 di Via Diocleziano a Napoli, Melillo corona il suo sogno di mettersi in proprio, dopo aver lavorato per alcune delle firme più prestigiose della nobile arte della pizza napoletana, da Sorbillo (ha incrociato spesso i guantoni con Toto Sorbillo) a Tucci’s (la pizzeria di Patrizio Rispo e Attilio de Gais) passando per Manfredi, Vesi e Guardascione. E di Pizza Social Lab di cui è stato uno dei principali artefici, insieme all’imprenditore Pietro Rinaldi, “una sorta di padre adottivo” per Melillo che si è avvalso della sua esperienza per il lancio di OMG.
LA PIZZA DA NAPOLI A LONDRA (E RITORNO)
La passione per la pizza in Gennaro nasce in non tenerissima età. È una scoperta quasi inaspettata arrivata dopo gli studi (è diplomato come capotecnico e perito informatico). “La mia passione per la pizza è nata per caso, mentre lavoravo in un ristorante di famiglia, come capita del resto a un sacco di ragazzi napoletani che non hanno ben idea di cosa fare del proprio futuro”, ricorda Melillo. “Stavo alla cassa, ma i miei occhi finivano sempre sul bancone. Antonio, il pizzaiolo, muoveva le mani come un poeta. Io con il mio diploma ricevevo offerte da 400 euro in apprendistato. A un certo punto non ho potuto fare a meno di pensare che se il ristorante di famiglia avesse chiuso i battenti io non avrei avuto altro da fare, mentre Antonio con quelle mani poteva andare praticamente ovunque. Ed è così che mi sono detto che era meglio se me mettevo a ‘ffà ‘e pizze!”.
“Da allora – continua – ho studiato, sperimentato e affinato le mie abilità, riconoscendo l’importanza di ingredienti di alta qualità e dell’innovazione nel mondo della pizza tradizionale”.
Nel suo lungo percorso formativo nella nobile arte della pizza napoletana, Gennaro ha avuto diversi maestri e diverse esperienze segnanti. Su tutte, quella fatta a Londra con Rossopomodoro, unico franchise all’epoca conosciuto fuori dai confini italiani con i Fratelli La Bufala. “E non vi nego che mi è rimasta nel cuore. Tanto è vero che un giorno vorrei aprire un locale proprio lì”.
RESTITUIRE UN PO’ DI FORTUNA AL TERRITORIO
Cuore a parte, Melillo ha deciso di rientrare in Italia, dove ora è un pizzaiolo conosciuto e stimato e un papà affettuoso.
“Mi sono sempre sentito legato alle mie radici nei Quartieri Spagnoli, che mi hanno forgiato come persona e mi hanno dato la forza per affrontare qualsiasi sfida”, racconta Gennaro Melillo. “Non pretendo una medaglia al valore per il solo fatto di essere nato e cresciuto in un quartiere difficile durante gli anni dove la camorra la faceva da padrona. Non sono un esempio, non sono l’unico. Ma non posso negare che lo sport, la scuola e la mia famiglia mi hanno tenuto in riga e ancora oggi dedico il mio tempo a supportare i giovani in difficoltà attraverso il pugilato come membro del consiglio direttivo della società Fulgor Silvestri“.
E non è un caso che il nuovo locale sorga proprio a via Diocleziano. “A pochi passi da qui – confida Melillo – ho iniziato a giocare a basket nelle giovanili dell’ex Baronia Napoli. Più o meno qui è finito il mio tempo da birillone ed è iniziato quello da Gennaro! Lo sport e la pizza mi hanno letteralmente salvato la vita e spero di poter restituire un po’ di questa fortuna mettendo a disposizione del quartiere la mia passione e la mia competenza. Siamo già al lavoro per presentarci ai cittadini il prossimo settembre con un evento solidale destinato alle donne di Fuorigrotta e Bagnoli con un’associazione del posto. In quell’occasione vorrei invitare tutti quelli che mi hanno teso una mano in questi anni per una grande festa fatta di risate e speranza”.
Il locale OMG aprirà al pubblico a partire da martedì 25 luglio. Fino a settembre effettuerà solo orario serale (dalle 19.00 a mezzanotte).