Una storia dell’arte medioevale e moderna dal punto di vista degli animali? Neanche a dirlo: sarebbe il racconto per immagini più bello del mondo. Questo scoppiettante vademecum di uno storico e critico di vaglia come Roberto Nicolucci si mette dalla loro parte.
Da Giotto a quegli autentici storici d’arte di riflesso che sono i Pink Floyd non mancano, in queste pagine vergate con brio e passione, stimoli a riguardare cose, anche notissime, con occhi nuovi: come non hanno mancato di far notare, nel corso della presentazione di ieri nel salotto culturale Le Zifere in Palazzo De Sangro di Vietri tre testimonial: Edoardo Stoppa, giornalista di ineffabile verve, un esperto di comunicazione come Vincenzo Coppola e uno storico d’arte, appassionato di musica, come Stefano Causa.
Ha moderato l’incontro la giornalista e conduttrice televisiva Barbara Petrillo.
Com’era prevedibile, Stoppa ha subito rubato la scena agli altri, dichiarando: «Il grande pubblico mi conosce come il fratello degli animali. Per me è importante che siano tutelati e protetti. Puntare lo sguardo sugli animali nell’arte significa dargli tutto il valore che meritano. Per questo trovo il libro di Roberto Nicolucci geniale. La cosa che ha colpito di più, se devo essere sincero, è che questo libro rende la storia dell’arte un tema sdoganato, scollegandolo finalmente dall’ambiente istituzionale e accademico. Occorre tirare la storia dell’arte fuori dai musei. Quale modo migliore se non utilizzando delle presenze familiari a tutti, come gli animali?».
L’autore e editore, Roberto Nicolucci, ha aggiunto: «Dal cagnolino trecentesco degli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova fino alla mucca in copertina di uno dei capolavori dei Pink Floyd, il serraglio è sempre aperto ed è pieno di incontri inaspettati. Lumachine, gatti e cavalli, cani e allocchi, asini raglianti e persino, nel bioparco quattrocentesco del pittore fiorentino Paolo Uccello, un drago da passeggio che accompagna la principessa in procinto di essere liberata da San Giorgio (benché non sembri esserne particolarmente ansiosa). Gli animali sono sempre benvenuti nei quadri e, spesso, ne sono protagonisti. Che io sappia nessun pittore li ha mai presi a calci o abbandonati sul ciglio di una strada. D’altronde ci raccontano tante cose anche su chi li ha dipinti e qualche volta ci aiutano a stare meglio al mondo. Sono cresciuto in una casa dove gli animali sono stati trattati come persone di famiglia e spesso mi chiedo se mettersi alla loro altezza, come nella foto di Elliott Erwitt, equivalga a stare meglio con sé stessi e, dunque, anche con gli altri. Abbiamo bisogno degli animali. Anche per questo mi è parso naturale sostenere con una donazione la meritoria iniziativa di Nicole Berlusconi che, con l’associazione no–profit Progetto Islander, s’interessa del recupero di cavalli maltrattati. Io non so – ha concluso Nicolucci – se l’amore per gli animali mi abbia sollecitato e solleticato a guardare meglio quelli dipinti o scolpiti, dai cavalli di Piero della Francesca al cane in bronzo di Giacometti, ma sospetto che i quadri mi abbiano fatto capire una o due cose sugli animali che ancora non sapevo. Poi, certo, se da queste pagine che ho scritto – divertendomi io per primo – sono riuscito a far passare anche qualcosa, o molto, di questo mio rapporto, beh, questo saranno i lettori a deciderlo!».
A coronamento della presentazione, è parso a tutti di buon auspicio il videomessaggio di Nicole Berlusconi che ha inviato un saluto affettuoso e riconoscente. «Volevo ringraziare di cuore Roberto per la donazione che sarà di grande aiuto a tutti i cavallini che recuperiamo e lo ringrazio anche per questo meraviglioso libro che leggerò in questi giorni», ha dichiarato Nicole Berlusconi, abbracciando un magnifico cavallo bianco che non avrebbe certo sfigurato tra i medaglioni pittorici scelti da Nicolucci per Arte al guinzaglio.