L’idea di fondo, tutto sommato, non è solamente giusta ma quasi naturale. Naturale come Napoli, che per storia, grandezza e posizione si candida a essere l’hub perfetto da cui far partire le autostrade del mare che guardano giù. Il luogo ideale per un turista che arriva dal nord, magari su comodo treno ad alta velocità, e non vuole perdersi lo spettacolo naturale di Favignana, Ustica, Lipari, Stromboli e altre perle che ci invidiano nel mondo. Senza avventurarsi in lunghi viaggi in auto o, ancor peggio, in treno. Passando per la Calabria che, senza addentrarci oltre, la racconta benissimo su ferro Giampiero de Luca in questa videoinchiesta.
Proprio da Napoli in giù, invece, le cronache estive ci parlano di un’Italia sempre uguale a sé stessa. Dalla Capitale del Mediterraneo che da anni ha una questione waterfront aperta e mai risolta, che accoglie chi arriva via mare tra cantieri e lavori mai finiti in una qasba di illegalità e confusione, la cui Stazione Marittima si è ridotta a poco più che un centro congressi, proprio da questa città partono e arrivano storie di disservizi, cancellazioni, odissee. Facce nere, e non per l’abbronzatura.
Benvenuti al sud.
L’ultimo weekend di fine estate
Le cronache dell’ultima settimana parlano chiaro. Si vedano i 170 passeggeri Libertylines che si sono visti cancellati sabato la corsa che da Favignana era diretta a Napoli passando per Ustica e Trapani. La compagnia ha motivato la scelta spiegando che c’è stato un blocco di due aliscafi per problemi tecnici e altri mezzi fermi per guasti. L’aliscafo è stato dirottato quindi alle Eolie.
Calendari e orari serratissimi, tanti ritardi, flotte impegnate senza sosta, a scapito probabilmente di un po’ di attenzione nelle verifiche dei mezzi stessi. L’impressione? Quella di massimizzare l’utile a scapito del servizio.
«La cancellazione solo a 20 ore dalla partenza ha creato un grave danno d’immagine all’isola. L’ultimo ricordo che legherà i turisti ad una stupenda vacanza trascorsa ad Ustica sarà quella di un grave disagio». Le parole sono del sindaco del comune siciliano Salvatore Militello. Che centra in pieno il fulcro della questione.
La questione eoliana
In città a Lipari lo si sussurra, un po’ perché è un’impressione, un po’ perché forse non ci si vuole spaventare. Quest’anno i turisti sono in calo, secondo gli esercenti della zona.
Ce lo dicono mentre al porto della maggiore delle isole vulcaniche del vento e del fuoco siamo bloccati da circa 10 ore: l’aliscafo previsto alle 7.10 di mattina del 2 settembre, che dopo aver raccolto tutti i turisti sparsi sull’arcipelago eoliano sarebbe rientrato a Napoli intorno alle 14.30 ha subito un guasto al motore appena preso il mare ed è tornato al porto.
Impossibilitati a continuare la navigazione, l’assistenza data ai viaggiatori si è ridotta in poche frasi: prendete un mezzo per la terraferma (Messina o Milazzo) e prendete un treno che “qui non se ne parla prima di domani”.
Una follia di cui si è resa conto la stessa Snav (che in un comunicato dello scorso maggio a firma del Ceo Raffaele Aiello esultava: «Questo collegamento è un pilastro dell’offerta Snav che da oltre 40 anni rinnova l’impegno sul territorio e per la città di Napoli»). In barba a tutte le garanzie a tutela del viaggiatore stabilite dall’Unione Europea, il primo consiglio del personale preposto è stato: “Vedete un po’ voi”.
Su quel mezzo c’erano imbarcati passeggeri provenienti da ogni parte d’Italia, da un gruppo di anziani provenienti da Perugia che hanno rischiato seriamente di perdere il pullman che li attendeva a Napoli (entro e non oltre mezzanotte) a parecchi milanesi e romani.
Dopo tre ore e oltre dallo stop sono arrivati gli sms Snav in cui si spiegava che la compagnia metteva a disposizione dei viaggiatori un secondo aliscafo con partenza ore 16.00 (partito in realtà alle 17.00 circa) che è tornato all’ombra del Vesuvio solo alle 00.30 del giorno successivo.
“Alcuni associati ci hanno segnalato nell’immediato quanto accaduto stamattina a Lipari e siamo già pronti a muoverci per vie legali – spiega Rosario Stornaiuolo, presidente Federconsumatori Campania – È indecente dover affrontare ogni estate le stesse problematiche. Chi sceglie di spostarsi via mare non è un turista o un pendolare di serie B, ma tra disagi, cancellazioni e problemi vari, è trattato come tale. Siamo alle solite: il nostro sud così bello meriterebbe di essere servito in maniera dignitosa e europea, mentre nel porto di Lipari ai viaggiatori a cui è stato cancellato il viaggio non è stato offerto neanche un bicchiere d’acqua”.
Ma cosa dice la legge?
Le compagnie di navigazione si rifanno ai regolamenti comunitari, più specificatamente all’1177/2010 in cui l’Ue tutela i viaggiatori in quanto “parte debole” del contratto di viaggio. E lo fa fissando dei paletti ben precisi: tra questi l’assistenza ai viaggiatori, la chiarezza, le indicazioni di itinerari alternativi, l’ospitalità, il sostentamento. Cose che siamo abituati a vedere quando cancellano un volo aereo. Mentre siamo abituati molto meno a vedere quando si parla di trasporto marittimo. Il valore aggiunto del nostro sud.
I trasporti interarcipelago
Da un lato la rabbia di turisti abituati ad altri standard di servizio. Dall’altro la pacatezza e la rassegnazione degli autoctoni. Loro sono abituati ai disservizi via mare, chi non si avvale delle visite guidate (costose) per spostarsi tra le isole se ne è reso conto sulla sua pelle durante la vacanza. “Gli aliscafi – ci spiega un cittadino eoliano – fanno sempre così: la puntualità è una chimera. Anche a mare calmo”.
Un problema nazionale
Un servizio non all’altezza dell’incanto siciliano e meridionale in generale. L’ultimo weekend di fine estate restituirà a centinaia di turisti il ricordo di un’odissea e non di una vacanza. Un danno d’immagine, tornando alle parole del sindaco di Ustica Militello, che riguarda tutti noi.