Un affronto ai morti: a via Terracina, a due passi da uno dei più importanti cimiteri della zona occidentale di Napoli, al calare della notte prostitute e sversamenti di rifiuti ingombranti.
Gennaro Tammaro, impresario funebre, qualche anno fa prese in cura l’aiuola nella linea di quanto auspicato dall’amministrazione cittadina che della sinergia pubblico-privato nel gestire il decoro della città ha fatto bandiera. Proprio lui decide di inviare alla stampa le foto che mostrano l’ennesima mattina in cui lui e i cittadini di Fuorigrotta devono fare gli straordinari per combattere l’inciviltà.
Amaramente, Tammaro afferma a mezzo nota stampa:
“Noi puliamo, la mattina dopo troviamo uno schifo. E ripuliamo. E ritroviamo lo schifo di nuovo. Di questo passo la collaborazione pubblico-privato tanto perseguita da questa Amministrazione viene meno nella sua base: non possiamo essere solo noi privati a fare tutto il lavoro”
“Non se ne può più”
Se da un lato persiste un problema di civiltà e senso civico, dall’altro si lamenta una carenza di controlli endemica nella zona. Parliamo, del resto, della stessa strada in cui fu perpetrato il barbaro omicidio di Antonia Osaf, prostituta nigeriana che coraggiosamente provò a difendere di notte un’amica vittima di aggressione a scopo di rapina, finendo per essere accoltellata da un malvivente.
A tre anni da quel tragico evento, la situazione sembra essere tornata la solita: via Terracina la notte diventa terra di nessuno. “Abbiamo raccolto – spiega Tammaro – le testimonianze di alcuni abitanti della zona. Il resto lo testimonia quanto ritroviamo la mattina nella nostra aiuola: ingombranti di ogni tipo, cartacce, cartoni, preservativi usati”.
Tirare i remi in barca?
“Nelle scorse ore – sospira Tammaro – abbiamo provveduto con la cittadinanza attiva a ripulire per l’ennesima volta l’aiuola ma di questo passo saremo costretti a mollare la presa anche noi. Se questa è civiltà, abbiamo perso in partenza”.